La successione legittima


Quando una persona viene a mancare senza lasciare testamento, come si devolve l’eredità? Chi sono i chiamati a succedere e in quali quote?

La successione legittima regola questi aspetti, garantendo che il patrimonio del defunto sia devoluto secondo precise disposizioni di legge.

Vediamo cos’è, quando si applica e quali sono i principi fondamentali.


Che cos’è la successione legittima?

La successione legittima è la forma di successione ereditaria che si applica quando manca una disposizione testamentaria a titolo universale.
In questi casi è la legge a stabilire chi ha diritto a succedere (i cosiddetti successibili) e in quali quote ereditarie.


Quando si apre la successione legittima?

Perché possa operare la successione legittima, devono sussistere due presupposti:

  1. L’assenza di una successione testamentaria a titolo universale, ad esempio nei seguenti casi:
    • mancanza di testamento;
    • testamento contenente soli legati, senza istituzione di eredi;
    • testamento che non dispone dell’intero patrimonio;
    • testamento revocato, nullo, annullato o inefficace;
  1. La presenza di un titolo a succedere, che può derivare:
    • dal vincolo coniugale;
    • da un rapporto di parentela, compresa l’adozione.

In tali circostanze, sarà la normativa codicistica a individuare chi subentra nell’eredità e in quale misura.


Il fondamento della successione legittima: perché interviene la legge?

Diversi orientamenti dottrinali hanno cercato di spiegare la ratio della successione legittima. Le principali teorie sono:

1. Teoria della presunta volontà del defunto

Secondo questa ricostruzione, la legge individuerebbe come eredi coloro che il de cuius avrebbe probabilmente voluto favorire, se avesse redatto un testamento.

2. Teoria della comunione familiare

Qui l’idea è che i beni del defunto appartengano alla famiglia come nucleo unitario, e che la successione rappresenti la continuazione di tale comunione.

3. Teoria della tutela della famiglia come istituzione sociale

È l’impostazione oggi più condivisa. Secondo questa prospettiva, la successione legittima è uno strumento di protezione dei legami familiari.
Essa assicura una continuità minima e garantita a favore di chi, per legge, è ritenuto meritevole di tutela.


Che rapporto c’è tra successione legittima e successione testamentaria?

L’art. 457 c.c. stabilisce che l’eredità si devolve per legge o per testamento, che sono dunque le due fonti ordinarie della delazione ereditaria.
Il secondo comma chiarisce che la successione legittima opera solo se e nella misura in cui manca quella testamentaria, confermando il principio della sussidiarietà.

Ciò non esclude che le due forme possano coesistere: è il caso, ad esempio, di un testamento che istituisce eredi solo per parte dell’asse ereditario, lasciando la restante parte priva di disciplina testamentaria. In queste situazioni, la quota non assegnata per testamento si devolve per legge, in favore dei successibili legittimi.

Si parla in tal caso di unica delazione complessa, che trae origine da fonti diverse (testamento e legge), ma è unitaria nella sostanza.


Che rapporto c’è tra successione legittima e successione necessaria?

La successione necessaria è stata definita dalla dottrina una successione legittima potenziata: "legittima" perché è regolata anch’essa dalla legge, "potenziata" prevale persino sulla volontà espressa del testatore, quando questa leda diritti ritenuti intangibili.

Il legislatore, con il termine “necessaria”, intende evidenziare che questa forma di successione si impone anche contro la volontà del de cuius, in presenza di soggetti specificamente individuati dalla legge.

legittimari, destinatari di questa protezione, sono:

  • il coniuge;
  • figli;
  • e, se mancano figli, gli ascendenti.

A questi soggetti spetta sempre una quota di riserva (detta quota di legittima) che il testatore non può compromettere. Qualunque disposizione testamentaria che ne riduca o ne escluda la titolarità è soggetta a riduzione, su iniziativa del legittimario leso.

Due sono le situazioni tipiche che attivano la tutela della successione necessaria:

  • la lesione della legittima, quando il legittimario riceve meno di quanto previsto dalla legge;
  • la pretermissione, cioè la sua esclusione totale dall’eredità, anche solo per effetto dell’attribuzione dell’intero patrimonio ad altri soggetti.

È importante ricordare che la successione necessaria presuppone la presenza di un testamento: in caso di successione legittima, infatti, i legittimari coincidono con i successori legittimi, e dunque non è possibile che vengano lesi o esclusi.

Il legittimario che si ritenga pretermesso o leso può proporre l’azione di riduzione, per ottenere la reintegrazione della propria quota di legittima.
A seguito dell’esito favorevole dell’azione, il legittimario viene reintegrato nei suoi diritti e acquisisce la qualità di erede in misura corrispondente alla quota di riserva.

È per questo motivo che, al momento della redazione di un testamento, è fondamentale tenere in debito conto la disciplina della successione necessaria: ignorarla può portare all’inefficacia — anche parziale — delle disposizioni testamentarie, con conseguente frustrazione della volontà del testatore e potenziali contenziosi familiari.


In sintesi, la successione legittima garantisce che, anche in assenza di testamento, il patrimonio sia devoluto in base a criteri certi di legge, tutelando la famiglia come istituzione sociale.

Conoscere queste regole è fondamentale per chi voglia pianificare il proprio futuro successorio, evitando effetti indesiderati e garantendo la protezione dei propri cari.

Il notaio, in questo ambito, fornisce la consulenza necessaria per orientarsi tra successione testamentaria, legittima e necessaria, e per redigere un testamento conforme alla volontà del disponente e alla legge.

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